Un tempo si «truccavano» i motorini: ora si è passati alle e-bike. Con gli economici kit di elaborazione in circolazione è fin troppo facile aggirare il limite di pedalata assistita delle amatissime biciclette elettriche. Ma guidare una e-bike elaborata è pericoloso: e se si provoca un incidente può essere anche molto costoso. Gli esperti AXA spiegano il perché.
Christian Imhof, chi risponde dei danni se provoco un incidente con la mia e-bike lenta, che viaggia cioè fino a 25 km/h?
I danni a terzi sono coperti dall’assicurazione privata di responsabilità civile, se è stata stipulata, come del resto avviene se si causa un incidente con una bicicletta senza pedalata assistita.
E cosa succede se l’e-bike è stata elaborata per superare i 25 km/h?
In questo caso l’assicurazione della responsabilità civile privata non offre alcuna copertura ed è il conducente responsabile a dover rispondere direttamente. A seconda della situazione, i costi possono essere molto elevati: se vi sono lesioni a persone si possono raggiungere benissimo importi di cinque o sei cifre, ad esempio se il danneggiato resta invalido, poiché vi saranno danni per la perdita di guadagno, pregiudizio all’economia domestica, spese di cura ecc. Nel peggiore dei casi un incidente di questo tipo può significare la rovina finanziaria per il responsabile del danno.
E cosa succede elaborando una e-bike più veloce, cioè con pedalata assistita fino a 45km/h?
Sostanzialmente la stessa cosa: il conducente non gode di copertura assicurativa. In questo caso l’assicurazione di responsabilità civile obbligatoria risponde nei confronti del danneggiato ma si rivarrà sul conducente responsabile: il cosiddetto regresso.
Se sono il danneggiato in un incidente con una e-bike lenta ma elaborata, come faccio a esercitare i miei diritti se non c’è un’assicurazione che risponde?
Un pedone che subisca lesioni personali, ad esempio perché viene investito da una e-bike elaborata, percepisce comunque un indennizzo finanziario. Il Fondo nazionale di garanzia copre la responsabilità per i danni causati in Svizzera da un ciclomotore non assicurato e in seguito eserciterà azione di regresso presso il conducente responsabile dell’e-bike. Il rischio che il responsabile dell’incidente non sia in grado di versare la somma dovuta è a carico del Fondo nazionale di garanzia, non del danneggiato.
Michael Pfäffli, lei userebbe una bicicletta elettrica elaborata?
Assolutamente no. Viaggiando a velocità superiore, le e-bike restano coinvolte più frequentemente in incidenti e con conseguenze più gravi rispetto alle biciclette tradizionali. È chiaro che con un mezzo elaborato la situazione si fa ancora più rischiosa: le probabilità di incidente e di lesioni gravi si fanno nettamente più elevate.
Per quale motivo?
Ve ne sono diversi: la e-bike e, in particolare, il suo impianto frenante non sono progettati per le forti sollecitazioni prodotte dall’elaborazione e dai livelli di velocità che si raggiungono in questo modo. In caso di frenata di emergenza il mezzo è più instabile e lo spazio di arresto aumenta notevolmente. Teniamo presente che a una e-bike che viaggia a 50 km/h occorre il quadruplo dello spazio per arrestarsi rispetto a una che marcia a 25 km/h. Di conseguenza si può arrivare a collisioni molto violente che invece si sarebbero potute tranquillamente evitare. Un altro problema è costituito dal fatto che in genere la dotazione di sicurezza di un conducente di e-bike è molto più modesta di quella di un motociclista. Il corpo non ha praticamente protezioni. Spesso poi gli automobilisti sottovalutano la velocità delle biciclette elettriche. E anche questa situazione si aggrava quanto più potente è l’e-bike.
In Svizzera si opera una distinzione tra due tipologie di e-bike, ognuna delle quali deve rispettare regole ben precise.
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