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Grado di copertura delle casse pensione

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Quando si tratta di  scegliere una (nuova) cassa pensione, occorre esaminare attentamente e confrontare tra loro le diverse offerte. Spesso, tuttavia, per chi non è del mestiere è difficile classificare e interpretare correttamente i vari indicatori finanziari. Vi spieghiamo che cos’è il grado di copertura e a cosa prestare attenzione.

Cos’è il grado di copertura delle casse pensione?

Uno degli indicatori più importanti e conosciuti per valutare una cassa pensione è il grado di copertura: esso equivale al rapporto tra il patrimonio previdenziale e gli obblighi nei confronti degli assicurati attivi (contribuenti attivi) e dei beneficiari di rendite, per cui rispecchia il rapporto tra il patrimonio previdenziale e gli obblighi della rispettiva cassa pensione.

In linea di principio, quindi, maggiore è il grado di copertura, meglio è. Come orientamento generale si considera un valore pari o superiore al 100 per cento. In realtà, tuttavia, le cose non sono così semplici.

Che cos’è una sovracopertura?

Quando il patrimonio previdenziale di una cassa pensione è superiore ai suoi obblighi, ossia il grado di copertura è superiore al 100 per cento, si parla di sovracopertura. Ciò significa che la cassa pensione ha costituito delle riserve e può distribuire gli utili futuri – soprattutto i proventi da investimento – più rapidamente alle persone assicurate, ad es. sotto forma di interessi più elevati.

Che cos’è una sottocopertura?

La sottocopertura è il caso contrario: gli obblighi della cassa pensione sono superiori al suo patrimonio previdenziale – il grado di copertura è inferiore al 100 per cento. Quando la sottocopertura è di natura strutturale e a medio termine non è possibile, senza interventi, ripristinare un grado di copertura pari (o superiore) al 100 per cento, la cassa pensione deve analizzarne le cause e adottare misure di risanamento. Le fondazioni con modello di assicurazione completa non possono andare in sottocopertura. Sia il patrimonio previdenziale sia gli obblighi, infatti, sono interamente trasferiti a una compagnia assicurativa, che si fa carico di tutti i rischi.

Ma per poter confrontare il grado di copertura delle casse pensione, occorre innanzitutto sapere come viene calcolato.

Come si ricava il grado di copertura di un istituto di previdenza?

Il grado di copertura di una cassa pensione si calcola come segue: somma dei patrimoni previdenziali diviso il totale degli obblighi.

Il patrimonio previdenziale corrisponde a tutti i beni patrimoniali della cassa pensione (ad es. averi su conti, azioni, obbligazioni, immobili, investimenti alternativi) al valore attuale di mercato. 

Gli obblighi di un istituto di previdenza invece includono:

  1. gli averi di vecchiaia dei contribuenti assicurati
  2. la riserva matematica delle rendite in corso
  3. gli accantonamenti tecnici

1) Capitale di vecchiaia degli assicurati attivi

Gli assicurati attivi hanno, nei confronti della loro cassa pensione, un diritto ai propri averi di vecchiaia risparmiati (la cosiddetta «prestazione di libero passaggio»), che devono essere versati a loro favore in determinate situazioni (ad es. in caso di passaggio da una cassa pensione all’altra per cambiamento del datore di lavoro, di prelievo nell’ambito della promozione della proprietà abitativa o di trasferimento all’estero).

2) Riserva matematica dei beneficiari di rendite

La riserva matematica delle rendite in corso corrisponde al valore complessivo dei versamenti di rendite previsti in futuro da parte della cassa pensione.

3) Accantonamenti tecnici

Gli accantonamenti tecnici sono riserve finanziarie a copertura di tutti gli ulteriori obblighi che sono già oggi prevedibili o che la cassa pensione prospetta di avere in futuro – ad esempio per il fatto che, in seguito a un calo degli interessi, la riserva matematica delle rendite in corso dev’essere rivalutata e incrementata. Oppure perché gli averi di vecchiaia risparmiati dalle persone assicurate all’atto del pensionamento non sono sufficienti a finanziare la rendita, per cui si generano perdite dovute a pensionamenti.

Tasso d’interesse tecnico e grado di copertura

Perché gli indicatori devono essere considerati nella loro globalità: se si vogliono confrontare tra loro i gradi di copertura di soluzioni del 2° pilastro, occorre anche considerare più attentamente il tasso d’interesse tecnico.

Che cos’è il tasso d’interesse tecnico?

Il tasso d’interesse tecnico rappresenta i proventi da investimento sugli averi di vecchiaia degli assicurati nell’arco della durata di corresponsione della rendita (ossia la porzione degli averi di vecchiaia che non è stata versata sotto forma di rendite). Il tasso d’interesse tecnico dovrebbe dunque corrispondere all’aspettativa della cassa pensione rispetto alle rendite a lungo termine.

Se una cassa pensione ipotizza un tasso tecnico del 2 per cento, negli anni successivi dovrà anche poter realizzare una rendita pari ad almeno il 2 per cento. 

Come si ripercuote il tasso d’interesse tecnico sul grado di copertura?

Il tasso d’interesse tecnico ha un influsso diretto sul grado di copertura, poiché da esso dipende la riserva matematica che dev’essere costituita per le rendite in corso. In che misura? Molto semplice: se una cassa pensione lavora con un tasso d’interesse tecnico più elevato, significa che in futuro prevede proventi da investimento conseguentemente più elevati. Queste «entrate extra» riducono la riserva matematica da costituire (la cassa pensione deve quindi accantonare meno oggi per finanziare la rendita). A parità di patrimonio, diminuiscono dunque gli obblighi dell’istituto di previdenza: il grado di copertura aumenta.

Attenzione: visto che le rendite in corso non possono essere ridotte, le casse pensione dovrebbero essere caute nel fissare il tasso d’interesse tecnico. I proventi presunti dovrebbero poter anche essere realmente conseguiti sui mercati finanziari con investimenti a basso rischio.

Chi fissa il tasso d’interesse tecnico di una cassa pensione e a cosa occorre prestare attenzione in fase di valutazione?

Il tasso d’interesse tecnico fissato può variare a seconda della cassa pensione. Non viene però semplicemente determinato a piacimento, bensì sulla base di criteri stabiliti da un esperto nominato da ciascuna cassa pensione. Questi considera non solo il rendimento netto atteso alla luce della strategia d’investimento, ma soprattutto anche la struttura degli assicurati, ossia ad es. la percentuale di beneficiari di rendite. A fronte della raccomandazione dell’esperto il consiglio di fondazione decide infine a quale valore fissare il tasso d’interesse tecnico.

Quando si confrontano tra loro i gradi di copertura di vari istituti di previdenza, si dovrebbe in ogni caso dare un’occhiata al tasso d’interesse tecnico.

Confronto tra gli indicatori delle casse pensione – ecco cosa considerare

Pur essendo uno degli indicatori principali quando si tratta di valutare una cassa pensione o una fondazione collettiva, il grado di copertura rimane comunque sempre un’istantanea di quel dato momento. Il grado di copertura, inoltre, dipende da una serie di fattori, per cui non andrebbe mai considerato a sé stante.

Esistono poi alcune dimensioni che sono fondamentali per la valutazione di una cassa pensione, ma che non si riflettono direttamente nel grado di copertura. Ad esempio:

  • la distribuzione per età delle persone assicurate
  • la percentuale di beneficiari di rendite
  • il rapporto tra averi di vecchiaia obbligatori e sovraobbligatori
  • le aliquote di conversione
  • la strategia d’investimento dell’istituto di previdenza (incluso l’obiettivo di rendimento da conseguire)
  • i rischi coperti da una compagnia assicurativa
  • la remunerazione degli averi di vecchiaia negli ultimi anni

Quando, come datori di lavoro, si vuole scegliere la previdenza professionale idonea per i propri dipendenti, occorre dunque tenere conto di alcuni fattori. Un buon punto di riferimento è il conto annuale, pubblicato da tutti gli istituti di previdenza, che contiene informazioni e indicatori rilevanti.

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