Collaboratori e previdenza

Cassa pensione semiautonoma o assicurazione completa?

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Una decisione difficile – specialmente per titolari e responsabili del personale delle piccole medie imprese. Sono questi, infatti, a prendere ogni giorno decisioni importanti per l’azienda, dall’assunzione del personale all’assegnazione di competenze, fino alla scelta della previdenza professionale.

Quest’ultima va ponderata attentamente; dopo tutto riguarda il futuro economico di una delle principali risorse aziendali: i collaboratori e le collaboratrici. Quando le imprese (in particolare le PMI) non possono o non vogliono costituire la propria cassa pensione, aderiscono a una fondazione collettiva. La tendenza nella previdenza professionale si sta spostando dalla pensione completa alla cassa pensione semiautonoma.

Quale soluzione conviene nella previdenza professionale?

Una domanda tutt’altro che facile. Dipende. Se per le aziende è più importante la massima protezione oppure una maggiore remunerazione del capitale di vecchiaia, la decisione ricade o su un’assicurazione completa o sull’affiliazione a una cassa pensione semiautonoma. Abbiamo messo a confronto le soluzioni previdenziali semiautonome e quelle di assicurazione completa. La nostra conclusione: a fronte dell’attuale contesto, sul lungo termine gli assicurati hanno prospettive decisamente migliori di rendite di vecchiaia elevate se aderiscono a una fondazione collettiva semiautonoma. 

Fondazione collettiva semiautonoma e assicurazione completa a confronto

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Fondazione collettiva semiautonoma – l’essenziale in breve

  • In una fondazione collettiva diverse aziende gestiscono insieme la loro previdenza. Ogni azienda può definire l’ammontare delle proprie prestazioni assicurate.
  • I rischi di decesso e invalidità vengono normalmente trasferiti a una compagnia assicurativa.
  • In genere gli averi di vecchiaia delle persone assicurate (i lavoratori e le lavoratrici delle aziende affiliate) vengono investiti insieme (ossia in pool) direttamente sul mercato finanziario.
  • La strategia d’investimento viene scelta dal consiglio di fondazione eletto (= rappresentanti delle imprese affiliate).
  • In caso di situazione finanziaria positiva gli assicurati beneficiano di una maggiore remunerazione degli averi di vecchiaia mentre una quota dei rendimenti realizzati serve ad alimentare le riserve di fluttuazione (un «gruzzolo» messo da parte per i momenti più difficili). 

Un alto rendimento significa anche una migliore remunerazione degli averi di vecchiaia. 

Nel caso delle soluzioni previdenziali semiautonome, a farsi carico dei rischi d’investimento è la fondazione collettiva – che, in compenso, beneficia anche delle opportunità d’investimento. Se l’andamento del mercato dei capitali è positivo, gli assicurati possono godere di una remunerazione più alta degli averi di vecchiaia e, di conseguenza, aspettarsi una rendita di vecchiaia migliore.

La remunerazione degli averi di vecchiaia contribuisce all’ammontare della rendita di vecchiaia futura. C’è una bella differenza se l’avere di vecchiaia viene remunerato al tasso d’interesse minimo LPP (attualmente dell’1%) o a una percentuale superiore al 2%, come nel caso della soluzione semiautonoma. Grazie all’effetto degli interessi composti sussiste la possibilità di rendite di vecchiaia fino al 20% più elevate! 

Un vantaggio dal punto di vista della previdenza professionale, soprattutto a fronte dell’attuale contesto di bassi tassi d’interesse e dello sviluppo demografico della Svizzera (vedi piramide dell’età e ridistribuzione dagli assicurati attivi rispetto ai pensionati).

Come viene gestito il rischio nella cassa pensione semiautonoma?

Anche nel caso delle fondazioni collettive semiautonome, gli averi di vecchiaia previsti dalla legge devono essere remunerati almeno al tasso d’interesse minimo LPP. Se i risultati degli investimenti sono negativi, nella peggiore delle ipotesi la fondazione collettiva può incorrere in uno scoperto. Questo scenario costituisce un’eccezione, specialmente per le fondazioni collettive con una forte solidità finanziaria e strutturale (elevato grado di copertura, tasso d’interesse tecnico basso, buona struttura d’età, quota bassa di beneficiari di rendita, percentuale elevata di averi di vecchiaia nel regime sovraobbligatorio). Un’ulteriore stabilità è data da una strategia d’investimento sostenibile, consapevole dei rischi e ampiamente diversificata. Cosa prevede l’assicurazione completa?

L’assicurazione completa – l'essenziale in breve

  • Le assicurazioni complete sono offerte dagli assicuratori vita.
  • Questi si assumono i rischi di decesso e invalidità e sono responsabili della strategia d’investimento, di cui si assumono la totalità dei rischi. Garantiscono alle persone assicurate di remunerare ogni anno gli averi di vecchiaia LPP almeno al tasso d’interesse minimo previsto dalla legge.
  • Un forte livello normativo consente loro «solo» una strategia d’investimento conservativa (quota azionaria <5%), che lascia poco margine di manovra per la realizzazione di rendimenti attrattivi.
  • Non può verificarsi uno scoperto; gli assicuratori completi devono sempre garantire la promessa previdenziale al 100%.

L’assicurazione completa è in difficoltà 

La garanzia dell’assunzione del rischio ha il suo prezzo: dato che l’assicurazione completa degli assicuratori vita deve rispettare ferree norme, i fondi previdenziali vengono investiti in maniera molto conservativa, ossia con una quota azionaria spesso inferiore al 5%. Questo è il motivo per il quale le persone assicurate, anche negli anni di crescita per gli investimenti, possono sperare solo in una bassa remunerazione che non supera nemmeno il tasso d’interesse minimo fissato dal legislatore. Interessi costantemente bassi, l’aumento dell’aspettativa di vita e la stretta morsa delle norme che regolano gli investimenti rendono più difficile per gli assicuratori vita ottenere rendimenti indispensabili per il finanziamento delle ampie garanzie. Un’evoluzione che si traduce in premi di rischio poco vantaggiosi e non conformi al mercato o in una forte selezione delle nuove aziende da affiliare.

La nostra conclusione: le soluzioni delle fondazioni collettive semiautonome offrono prospettive nettamente migliori

Tanto le soluzioni previdenziali semiautonome quanto quelle di assicurazione completa presentano vantaggi e svantaggi. Per quanto concerne il mercato svizzero delle casse pensione è evidente che i cambiamenti demografici, l’aspettativa di vita in crescita e il predominante livello basso degli interessi hanno aumentato la pressione sulle assicurazioni complete e numerosi fornitori di soluzioni di assicurazioni complete hanno virato verso un modello semiautonomo. Le compagnie che offrono assicurazioni complete si contano ormai sulle dita di una mano.

  • Teaser Image
    Passaggio alla semiautonomia – un bilancio

    AXA, nell’ambito delle attività del 2° pilastro, da tre anni offre soltanto soluzioni semiautonome al posto della precedente assicurazione completa. Leggete il bilancio tracciato da Daniel Gussmann, Chief Investment Officer di AXA Svizzera.

    Intervista

Con l’obiettivo di offrire alle PMI svizzere e ai loro dipendenti soluzioni del secondo pilastro sostenibili e performanti, dal 2019 AXA offre soltanto soluzioni di casse pensioni semiautonome al posto dell’assicurazione completa. Nella convinzione che, con una diversificazione equilibrata degli investimenti all’interno delle soluzioni semiautonome, il «terzo contribuente» − ossia il tasso d’interesse − svolga un ruolo molto più incisivo che nell’assicurazione completa, in cui vigono vincoli regolamentari particolarmente stringenti che ne limitano le possibilità d’investimento. 

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