La muffa? Un bel problema! Oltre a intaccare le pareti, infatti, questo fastidioso intruso nuoce alla salute. A rendere ancor più pesante la situazione abitativa intervengono poi le controversie giuridiche con il locatore e le discussioni sui risvolti economici della situazione. Di seguito chiariamo il contesto legale e assicurativo e vi forniamo consigli utili per evitare la formazione di muffa.
Oltre a essere spiacevole e pericolosa, la presenza di muffa in casa è spesso causa di controversie tra locatore e locatario: un fatto che non stupisce se si pensa che già solo gli accertamenti da parte degli esperti possono costare diverse migliaia di franchi. Il principio di causalità stabilisce che a dover farsi carico dei costi del caso è colui che ha provocato l’insorgere della muffa. Non di rado ciò dà luogo a interminabili discussioni tra le parti e accuse reciproche. E in una situazione già di per sé sgradevole, questa è l’ultima cosa di cui si ha bisogno.
Tetti permeabili, rotture di tubi passate inosservate o formazione di condensa dovuta a ponti termici inadeguati: molti sono i motivi per cui in casa può formarsi della muffa. E il problema è più diffuso di quanto si pensi. In Germania una persona su sei condivide l’abitazione con questo sgradito «coinquilino». Nel 55% dei casi a essere infestato è il bagno, mentre nel 38% dei casi è la camera da letto.
Sfortunatamente le muffe sono ospiti di poche pretese e, per propagarsi, gli basta poco. Amano l’acqua e l’umidità sulle pareti, ma anche l’umidità persistente dell’aria costituisce un fattore ideale per la loro diffusione all’interno degli edifici.
Sorprendentemente, a essere infestati dalla muffa non sono solo le abitazioni di vecchia costruzione, ma anche molti edifici ristrutturati di recente o appena edificati. Oggi questi ultimi hanno di fatto un grado di ermeticità sempre più alto, il che ostacola la naturale circolazione dell’aria. Nei locali e all’interno delle pareti regna di conseguenza un’elevata umidità – un presupposto ideale per la formazione di funghi e muffe. Per ovviare a questo problema è utile arieggiare e scaldare gli ambienti in modo corretto. Così facendo, infatti, si combatte alla radice l’insorgere della muffa.
Laddove l’infestazione da muffa sia inequivocabilmente dovuta a un difetto di costruzione, il locatore è chiamato a farsi carico dei danni insorti. In quanto locatari, per il periodo in cui non vi è possibile usufruire dell’abitazione come da contratto avete diritto a una riduzione del canone di locazione. L’entità di quest’ultima dipende dalla misura in cui siete impossibilitati a usufruire dell’abitazione.
Se però è comprovato che siete responsabili del danno da muffa all’interno dell’edificio, possono esservi attribuiti i costi per eliminarlo. In questo caso l’assicurazione di responsabilità civile privata non offre alcuna copertura, poiché i danni dovuti a un’azione prolungata di fattori quali temperatura, condizioni atmosferiche o umidità non risultano coperti. Se siete titolari di un’assicurazione di protezione giuridica, verificate se, in questo contesto, avete diritto ad assistenza legale.
Se vi accorgete di avere muffa in casa, avvertite subito il locatore, possibilmente per iscritto. E ancora: documentate la situazione e il suo evolversi con delle fotografie. Può infatti capitare che in un primo momento il locatore si dimostri poco cooperativo e si rifiuti di contribuire alla ricerca di una soluzione. Laddove la muffa provoca dei danni, può capitare che si arrivi ad accuse e atteggiamenti ostili. La conseguenza: interminabili discussioni che, in men che non si dica, sfociano in controversie giuridiche.
Qualora riscontriate un’infestazione da muffa, esigete dal locatore una valutazione o una perizia a cura di un esperto. Fino a quando le cause non saranno inequivocabilmente chiarite e non sarà disponibile una perizia, respingete inoltre qualunque accusa.
Aria pesante e cattivo odore in casa sono i primi segnali della presenza di muffa, che spesso non si manifesta affatto con le classiche macchie grigiastre sui muri. Sviluppandosi all’interno delle pareti o sul retro di mobili appoggiati a queste ultime, infatti, talvolta l’infestazione non è visibile. Ciò non di meno, le spore si propagano inosservate in tutto il locale e, nel lungo periodo, possono infestare l’intera abitazione. In piccole quantità sono innocue, ma se superano una certa concentrazione hanno un impatto negativo sulle vie respiratorie e sulla salute in generale. A lungo andare possono risultare nocive soprattutto se concentrate in camera da letto – l’ambiente in cui trascorriamo la maggioranza del tempo.
La gamma dei sintomi spazia da disturbi del sonno e della concentrazione a mal di gola, bruciore agli occhi o stanchezza passando per infiammazioni delle mucose e disturbi della vista e delle vie respiratorie. Possono però manifestarsi anche mal di testa e disturbi articolari o gastrointestinali. Purtroppo stabilire un nesso diretto tra questi problemi e un’infestazione da muffa è complicato – e ancor più complicato è fornirne le prove.
Come noto, prevenire è meglio che curare. Laddove la muffa si è però già fatta largo in casa, gli esperti raccomandano di rimuoverla immediatamente. Se l’infestazione è di proporzioni contenute, pulite le zone interessate con una soluzione di soda (5%) e alcool (80%). Prima di procedere, ricordate assolutamente di proteggere occhi e pelle. In caso d’infestazione massiccia non è invece escluso che dobbiate rinnovare la carta da parati, intonacare di nuovo le pareti o addirittura sostituire un isolamento mal fatto. In tal caso dovrete rivolgervi a degli specialisti. Se volete risparmiarvi tutto ciò, seguite questi cinque consigli.
Soprattutto dopo aver fatto la doccia o il bagno o aver cucinato, arieggiare è indispensabile. Ma anche innaffiare i fiori, usare l’asciugatrice e fare sport – per esempio ginnastica o yoga – entro le pareti domestiche contribuisce ad accrescere l’umidità dell’aria.
Arieggiate i locali dalle tre alle cinque volte al giorno, anche quando fa freddo o piove. L’aria va cambiata completamente. A tal fine occorrono dai cinque ai dieci minuti alla volta. Aprire le finestre a ribalta per periodi prolungati non serve: gli ambienti non vengono infatti completamente arieggiati. Come se non bastasse, le pareti si raffreddano divenendo terreno ideale per la formazione di condensa.
Negli ambienti freddi la muffa si forma più facilmente che in quelli riscaldati. Assicuratevi quindi che in casa ci siano almeno 16 °C. La temperatura ideale è di 19-20 °C. Nell’aria troppo calda, infatti, si ha una maggiore concentrazione di vapore, il che può a sua volta favorire un’infestazione da muffa. Anche in inverno, quindi, la colonnina di mercurio non dovrebbe mai salire oltre i 20 °C.
Accertatevi che tra i vari locali non vi siano più di 5 °C di differenza. A questo scopo tenete sempre chiuse le porte che separano una stanza da un ambiente più freddo. La presenza di umidità, infatti, favorisce la formazione di condensa sulle pareti – che si trasformano così in un autentico paradiso per spore, funghi & Co.
Oltre che ad arieggiare e fare attenzione alla temperatura, è importante tenere d’occhio l’umidità dell’aria. Quest’ultima rappresenta un problema soprattutto negli edifici di nuova costruzione, dove pareti e massetto sono ancora molto umidi. Se volete andare sul sicuro, potete armarvi di termometro e igrometro: vi permetteranno di misurare con precisione temperatura e umidità. L’umidità dell’aria ideale è compresa tra il 40% e il 60%.
Chiedete aiuto ai professionisti. Non di rado sono gli unici in grado di rimuovere i danni da muffa. Spesso, infatti, questi ultimi vengono scoperti quando è ormai tardi ed eseguire una pulizia approfondita diviene difficile. Nella vostra zona non mancheranno dei servizi specializzati nella rimozione di muffe: contattateli.
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