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Barometro della mobilità AXA
15.09.2025
- L’euforia suscitata inizialmente dalla mobilità elettrica è svanita. In Svizzera le persone che prendono in considerazione l’idea di acquistare un’auto elettrica sono in costante calo, il 30 per cento in linea di massima la rifiuta. All’orizzonte non si profila un’inversione di tendenza.
- La situazione del mercato automobilistico in generale è invece diversa: dal sondaggio emerge una rinnovata propensione all’acquisto di automobili.
- Non tutti i Paesi produttori sono apprezzati allo stesso modo. A prescindere dalla tipologia di trazione, gli svizzeri preferiscono le macchine tedesche.
- A farla da padrone tra quelle elettriche è la Cina. Nel giro di un anno i soggetti orientati all’acquisto di una vettura del genere fabbricata in questo Paese sono più che raddoppiati, passando dal 17 al 36 per cento.
- Gli intervistati si mostrano critici nei confronti delle nuove tecnologie, ad esempio della guida autonoma, anche per le preoccupazioni nutrite in materia di sicurezza dei dati.
Come si evince dall’ultimo barometro della mobilità AXA realizzato dall’istituto di ricerca Sotomo, l’intenzione di acquisto nel settore delle auto elettriche rimane a livelli bassi: il 24 per cento di chi nei prossimi due anni prevede di comprare una macchina pensa all’elettrico, una percentuale quasi uguale all’anno scorso (23 per cento) e nettamente inferiore a due anni fa (34 per cento). Rispetto al 2023 si è ridotta anche la generale propensione all’acquisto di un’auto elettrica: quest’anno lo prende in considerazione il 59 per cento degli intervistati (contro il 61 per cento del 2023), mentre lo esclude categoricamente addirittura il 30 per cento (contro il 25 per cento del 2023).
Sempre maggiori perplessità sulla mobilità elettrica
Mentre la popolarità delle auto ibride sta crescendo in modo significativo, i progressi compiuti finora dalle auto puramente elettriche sul fronte della tecnologia e dei prezzi non sembrano essere sufficienti a sgombrare il campo dalle perplessità riguardo questo sistema di trazione che tendenzialmente, rispetto all’anno scorso, sono perfino aumentate. Per valutare l’acquisto di un’automobile elettrica chi si interessa ai modelli ibridi o a combustione interna ritiene che si dovranno necessariamente migliorare l’autonomia (56 per cento, ossia 6 per cento in più dell’anno scorso), i prezzi al pubblico (51 per cento) e la disponibilità delle stazioni di ricarica (49 per cento).
Mercato dell’usato elettrico ancora in affanno
Per evitare di sborsare la cifra elevata necessaria per comprare un’auto elettrica nuova si può scegliere una vettura di seconda mano, ma lo scetticismo nei confronti dell’usato non accenna a diminuire. Certo, rispetto allo scorso anno la percentuale di coloro che pensano a un’auto elettrica usata o addirittura l’hanno già acquistata è aumentata dal 33 al 39 per cento, ma è ancora nettamente inferiore a quella di chi ha optato per il motore a combustione interna, come dimostra il barometro della mobilità del 2024. Tra i soggetti interessati ai modelli endotermici quattro su cinque sono disposti a comprare un veicolo d’occasione o l’hanno già fatto.
Una discrepanza che si registra anche nei progetti di acquisto di una macchina nei prossimi due anni. Se il 55 per cento di coloro che prediligono il motore a combustione interna conta di optare per una vettura d’occasione, solo il 19 per cento degli amanti dell’auto elettrica pensa di comprarla di seconda mano.
Lo scetticismo nei confronti dell’elettrico usato è dovuto in particolare a due ragioni: innanzitutto molti nutrono perplessità circa la possibilità di riuscire ad effettuare una valutazione accurata delle condizioni della batteria; in secondo luogo, attualmente la tecnologia delle auto elettriche è in rapida evoluzione.
Immagine dell’elettrico in peggioramento rispetto all’endotermico
La mobilità elettrica sembra perdere colpi anche in termini di immagine. L’anno scorso era ancora positiva o piuttosto positiva stando al 60 per cento degli intervistati, che però quest’anno sono solo il 51 per cento. L’immagine positiva dell’endotermico resta invece stabile al 62 per cento. Aumenta anche la percentuale di persone convinte che in Svizzera le vetture elettriche non costituiranno mai la maggioranza delle auto in circolazione (dal 17 per cento del 2023 al 26 per cento del 2025).
Incentivi statali meno graditi
«Nonostante la difficoltà delle auto elettriche di imporsi sul mercato, solo una minoranza continua a sostenere la necessità di maggiori incentivi statali per promuovere questa tipologia di trazione, ossia il 38 per cento, addirittura il 4 per cento in meno rispetto allo scorso anno», spiega Michael Hermann, direttore di Sotomo. Non vi è tuttavia neanche una maggioranza a favore della riduzione di eventuali incentivi. Infatti, solo il 34 per cento è di questo avviso. Il 28 per cento ritiene che le misure attuali siano adeguate. Gli svizzeri non vedono di buon occhio l’introduzione di un divieto di immatricolare nuove auto con motore endotermico come quello sancito dall’UE dal 2035. Circa due terzi sono contrari e solo il 28 per cento si dice favorevole, contro il 37 per cento di due anni fa.
Produttori tedeschi leader indiscussi di mercato
Se nel settore della mobilità elettrica si conferma il trend al rialzo, sul mercato automobilistico in generale sembra delinearsi un’inversione di tendenza. Dopo la riduzione delle nuove immatricolazioni dovuta al covid, la percentuale di persone che nel giro di due anni intende acquistare una vettura è salita dal 22 per cento del 2023 al 34 per cento del 2025.
Un fenomeno di cui non dovrebbero gioire solo le case tedesche. I nostri vicini del nord restano i produttori di automobili preferiti dagli svizzeri, a prescindere dal sistema di trazione. Le ragioni vanno ricercate soprattutto nell’elevata qualità delle vetture e nel design accattivante che vengono attribuiti loro. Tra i potenziali acquirenti di veicoli elettrici la percentuale (82 per cento) di coloro che pensano a un marchio tedesco è addirittura superiore a quella registrata tra chi si interessa alle auto con motore a combustione interna. Tuttavia, rispetto ad altri Paesi produttori, le auto tedesche hanno un rapporto qualità-prezzo nettamente peggiore.
Cina in ripresa
I produttori di auto elettriche cinesi hanno compiuto un grande passo avanti. La notorietà è aumentata e lo scetticismo è diminuito. Nell’arco di un anno la percentuale di coloro che prendono in considerazione l’idea di acquistarne una è più che raddoppiata, passando dal 17 al 36 per cento. Anche coloro che dicono di conoscere una casa automobilistica cinese sono aumentati dal 23 per cento del 2024 al 35 per cento del 2025. «Dipende soprattutto da BYD, marchio oggi molto più rinomato in Svizzera che in passato», afferma Michael Hermann.
Una valida argomentazione a favore dell’auto elettrica cinese è, come in passato, il prezzo. Per l’83 per cento di coloro che pensano di comprarla rappresenta la ragione principale (o una delle ragioni) dell’acquisto, seguita dall’autonomia (49 per cento), dai tempi di ricarica (39 per cento) e dalle funzioni digitali (37 per cento). Tra gli elementi (tuttora) considerati penalizzanti figurano il disaccordo con le politiche del governo e le condizioni di lavoro sfavorevoli.
Per le auto elettriche USA si evidenzia la tendenza inversa. Se nel 2024 ancora un terzo degli intervistati prendeva in considerazione l’ipotesi di acquistarne una, quest’anno sono solo il 22 per cento. Gli sviluppi registrati in Cina e negli Stati Uniti dimostrano l’attuale dinamismo del mercato dell’auto elettrica, spiega Michael Hermann: «Non sono importanti solo le caratteristiche tecniche o il prezzo, ma anche la notorietà del marchio e le riserve nutrite sul piano politico.»
Forte scetticismo nei confronti della guida autonoma
Nel settore automobilistico è in corso un acceso dibattito, oltre che sul sistema di trazione, anche sulla guida autonoma. Negli ultimi anni si è assistito a rapidi progressi tecnologici nell’assistenza alla guida e una netta maggioranza della popolazione (68 per cento) ritiene che la sicurezza degli automobilisti sia piuttosto o decisamente migliorata.
Benché gli intervistati giudichino positivamente gli sviluppi registrati sotto il profilo tecnico, permane un forte scetticismo circa la possibilità di adottare ulteriori sistemi automatici che vanno fino alla guida autonoma. Meno della metà degli interpellati (43 per cento) è favorevole all’introduzione della guida autonoma limitata. «Si tratta di veicoli in cui, in determinati casi (ad es. in autostrada), è possibile attivare funzioni di guida autonoma che consentono a chi è al volante di riprendere il controllo ogniqualvolta la vettura lo ritiene necessario, la cosiddetta automazione di livello 3», spiega Jérôme Pahud, responsabile Assicurazioni mobilità e membro del Centro di competenza AXA per la mobilità. «In teoria, da marzo 2025 tali veicoli potrebbero circolare in Svizzera», aggiunge. A mostrarsi particolarmente scettiche sono le persone anziane e le donne.
La situazione è analoga per lo sviluppo dei veicoli a guida autonoma (automazione completa di livello 5) che svolgono tutte le funzioni dalla A alla Z e richiedono solo l’indicazione della destinazione e l’avvio del sistema, senza altro intervento da parte del guidatore. Il 62 per cento degli intervistati è contrario allo sviluppo e all’ampia diffusione di tale tecnologia alla popolazione su vasta scala, mentre il 38 per cento è favorevole.
Meno ingorghi, più incidenti
Il 39 per cento indica nel traffico più scorrevole o nella riduzione degli ingorghi il principale vantaggio dell’introduzione dei veicoli a guida autonoma limitata o completa. Il 28 per cento non intravede nessun beneficio nella guida autonoma limitata e addirittura il 35 per cento non ne scorge nessuno in quella completa.
Solo il 3 per cento degli intervistati sostiene invece di non nutrire perplessità circa i veicoli automatici o a guida autonoma. La maggior parte degli interpellati considera il rischio di incidenti causati da decisioni sbagliate prese in situazioni complesse del traffico stradale uno dei massimi svantaggi dei veicoli a guida autonoma limitata (66 per cento) o completa (68 per cento). Per il 57 per cento costituisce un problema il fatto che la responsabilità di eventuali incidenti non sia chiara, mentre il 50 per cento circa ritiene un inconveniente il pericolo di attacchi informatici.
Timore di attacchi informatici ai veicoli
L’utilizzo di automobili sempre più automatizzate richiede una crescente quantità di dati, il che comporta rischi legati alla sicurezza di questi ultimi. «La netta maggioranza degli automobilisti si preoccupa quindi di possibili attacchi informatici ai dati del proprio veicolo», afferma Michael Hermann, un rischio giudicato elevato dal 20 per cento degli intervistati e piuttosto elevato da un altro 47 per cento. Quasi tre quarti degli interpellati sono poco o per nulla fiduciosi che i produttori trattino i dati in maniera sicura e nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia. Sia per gli attacchi informatici che per la violazione delle norme di protezione dei dati, i più giovani e i guidatori di auto elettriche sono meno preoccupati di chi è più avanti negli anni o preferisce il motore a combustione interna.
Lo studio
Il Barometro della mobilità AXA è nato in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo. Lo studio rappresentativo, con 1640 intervistati, è stato condotto per la terza volta nel 2025 tramite un sondaggio online. La base da cui sono stati individuati gli intervistati è costituita dalla popolazione residente, linguisticamente integrata e maggiore di 18 anni, della Svizzera tedesca e francese. I dati sono stati raccolti fra il 5 e il 13 maggio 2025, gli intervistati sono stati selezionati tramite il panel online di Sotomo e Bilendi.
Su AXA
Circa due milioni di clienti in Svizzera si avvalgono delle competenze di AXA per le assicurazioni di persone, cose, responsabilità civile, protezione giuridica e sulla vita come pure per la prevenzione e promozione della salute e per la previdenza professionale. Grazie a prodotti e servizi innovativi negli ambiti di mobilità, salute, previdenza e imprenditoria, nonché in virtù di processi digitali semplici, AXA è al fianco della clientela in veste di partner e, attraverso la promessa di marchio «Know You Can», la incoraggia a credere in sé stessa anche in situazioni difficili. È questo l’obiettivo a cui lavorano quotidianamente circa 4600 fra collaboratrici e collaboratori e 3000 fra colleghe e colleghi della Vendita. Con oltre 340 succursali, AXA dispone della rete di distribuzione più ampia e capillare del settore assicurativo in Svizzera. AXA Svizzera fa parte del Gruppo AXA e nel 2024 ha conseguito un volume d’affari pari a CHF 6,2 miliardi.